L’art. 33 della Costituzione italiana conterrà il seguente nuovo comma: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”. Il tutto avviene nella settimana in cui si celebrano ricorrenze importanti in materia: dal settantacinquesimo anniversario dall’entrata in vigore della Costituzione fino alla Settimana europea dello sport.
Non si sono fatte attendere le dichiarazioni del Ministro per lo Sport Andrea Abodi: ha sottolineato che tale modifica costituzionale “rappresenta la prima tappa di un percorso che concentra, in poche parole, un significato profondo e un valore inestimabile, che possiamo sintetizzare nell’auspicio dello ‘sport per tutti e di tutti’, parte delle indispensabili ‘difese immunitarie sociali”.
Lo stesso Ministro avverte anche sul fatto che quanto è stato riconosciuto nella Costituzione è un valore ma non un diritto. Ha ritenuto che la classe dirigente, politica e sportiva avranno la responsabilità di trasformare questo valore in un diritto per tutti, partendo dalle persone con più difficoltà di ogni ordine. Abodi vede come prossimo obiettivo quello di, in tutti i modi possibili, mettere in atto le risorse finanziarie europee e nazionali per giungere ad una presenza sempre maggiore dello sport nelle politiche pubbliche.
Come inquadra lo Sport l’Unione europea?
Al fine di inquadrare lo Sport all’interno dell’ordinamento dell’Unione Europea, è necessario citare le seguenti due norme del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea: la prima, art. 6 lett. e, menziona la materia “istruzione, formazione professionale, gioventù e sport” all’interno delle competenze di sostegno dell’Unione Europea. Ossia quelle materie dove l’Unione può svolgere azioni intese a sostenere, coordinare o completare l’azione degli Stati membri e gli atti della stessa emanati per queste competenze non devono richiedere l’armonizzazione delle leggi o dei regolamenti degli Stati membri.
La seconda norma del TFUE è individuabile nell’art. 165, par. 1, che sancisce che “L’Unione contribuisce alla promozione dei profili europei dello sport, tenendo conto delle sue specificità, delle sue strutture fondate sul volontariato e della sua funzione sociale ed educativa”. Nel par. 2 di detto articolo viene fatto presente che rientra negli obiettivi dell’azione dell’Unione lo “sviluppare la dimensione europea dello sport, promuovendo l’equità e l’apertura nelle competizioni sportive e la cooperazione tra gli organismi responsabili dello sport e proteggendo l’integrità fisica e morale degli sportivi, in particolare dei più giovani tra di essi”. Nel successivo paragrafo, il n. 3, emerge il compito dell’Unione e degli Stati membri di “favorire la cooperazione con i paesi terzi e le organizzazioni internazionali competenti in materia di istruzione e di sport, in particolare con il Consiglio d’Europa”.
Queste due norme comportano che l’UE abbia una base giuridica per sostenere lo sport. Va sottolineato che i ministri dello Sport dell’UE si riuniscono anche nelle riunioni del Consiglio “Istruzione, Gioventù, Cultura e Sport”. Da far presente che hanno impattato sullo Sport anche le competenze dell’Unione riguardanti il mercato unico.
Anche la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha dato il suo contributo nel mondo dello Sport: con la sentenza del 15 dicembre 1995 “Bosman”, riguardante l’applicazione del Trattato che istituì la Comunità Economica Europea in relazione ai trasferimenti dei giocatori professionisti tra club dell’Unione.
Con la previsione di questa nuova competenza specifica, l’Unione Europea sostiene che lo sport è utile per migliorare il benessere generale, aiutare al superamento di situazioni quali il razzismo, l’esclusione social e la disuguaglianza di generale, nonché anche per apportare notevoli benefici economici in tutto il territorio UE e come strumento per le relazioni esterne.
L’azione dell’Unione riguardo lo sport si concentra su tre aspetti, che sono il ruolo sociale dello sport, la sua dimensione economica ed il quadro politico e giuridico del settore dello sport.
Sono molteplici i risultati raggiunti: con il libro bianco sullo sport del 2007, che è stata la prima “iniziativa globale” dell’Unione nell’ambito sportivo, sono stati previsti vari obiettivi: il rafforzamento del ruolo sociale dello sport, la promozione della salute pubblica tramite l’attività fisica, il rilancio delle attività di volontariato, il potenziamento della dimensione economica dello sport e la libera circolazione dei giocatori, la lotta contro il doping, la corruzione e il riciclaggio di denaro ed il controllo dei diritti dei media.
Nel gennaio del 2011 è giunta anche la comunicazione della Commissione intitolata “Sviluppare la dimensione europea dello sport”, primo documento strategico adottato dalla stessa dopo l’entrata in vigore del trattato. Vengono evidenziate le potenzialità dello sport nel contribuire al raggiungimento degli obiettivi generali previsti dalla strategia Europa 2020 in materia di crescita e di occupazione. Viene riconosciuto il ruolo dello sport nel miglioramento dell’occupabilità e dell’inclusione sociale.
Sempre nel 2011 viene adottato dal Consiglio il primo piano di lavoro sullo sport. Trattasi del più importante documento dell’Unione sulla politica inerente allo sport, che funge da strumento di orientamento per la promozione della cooperazione tra le istituzioni dell’UE, gli Stati membri e le parti interessate dal settore.
Ad oggi, è in vigore il quarto piano di lavoro sullo sport, con decorrenza 2021 e scadenza 2024. Da citare che tale documento affronta anche l’emergenza pandemica da COVID-19, in quanto mira a rafforzare “la ripresa e la resilienza alle crisi del settore dello sport durante e dopo la pandemia di COVID-19”. Emergono anche la tutela dell’integrità e dei valori, nonché la dimensione socioeconomica e ambientale dello sport, nonché la promozione della parità di genere. Riguardo proprio a questo aspetto, va fatto presente che l’Unione mira ad aumentare il numero di donne allenatori o che ricoprono posizioni dirigenziali, nonché a promuovere uguali situazioni per tutti gli atleti e potenziare la copertura mediatica delle competizioni sportive femminili.
Con quali azioni e programmi l’Unione Europea agisce nel settore dello sport?
La prima iniziativa da fare presente è Erasmus +: lo sport è parte integrante di questo programma d’azione dell’UE nel settore dell’istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport, attualmente con lo stanziamento dell’1,9% della dotazione totale. Tre gli obiettivi chiave che risultano da Erasmus + in materia: promuovere la mobilità del personale sportivo per apprendimento, cooperazione, qualità, inclusione, creatività e innovazione.
Da citare anche la Settimana europea dello sport: lanciata nel settembre del 2015, ha l’obiettivo di promuovere lo sport e l’attività fisica in tutta l’Europa a livello nazionale, regionale e locale. Dal 2017, tale iniziativa vede il suo svolgimento in tutto il Vecchio Continente dal 23 al 30 settembre.
Da menzionare anche i progetti per l’inclusione sociale: lo sport, infatti, può fornire un contributo importante all’integrazione dei migranti nell’UE, avvicinando le popolazioni, costruendo comunità e lottando contro atteggiamento xenofobi e il razzismo.
La Commissione europea, nel 2021, ha istitutivo due premi: il #BeActive ed il #BeInlcusive. Sono volti a ricompensare le idee e le iniziative attuate in Europa da persone od enti volti a promuovere lo sport e le attività fisiche, incoraggiando anche con lo sport “l’eliminazione delle barriere sociali” al fine di avvicinare le persone e contribuire a creare un senso di identità europea.
Anche il Parlamento europeo ha svolto e sta svolgendo la sua parte: nel 2012 ha infatti approvato una risoluzione sulla dimensione europea dello sport (che ha permesso l’istituzione della Settimana europea dello sport). Ha affrontato, nei suoi atti, i discorsi inerenti alla parità di genere nello sport, all’invecchiamento attivo e alla solidarietà tra le persone. Lo sport è stato anche menzionato nel 2016, nella risoluzione inerente all’integrazione nel mercato del lavoro e l’inclusione sociale dei rifugiati, dove è stato sottolineato il suo importante ruolo come strumento volto a rinforzare il dialogo sociale e interculturale, promuovendo lo sviluppo di legami positivi tra la popolazione locale e i richiedenti asilo. Tramite la Sottocommissione per i Diritti dell’Uomo (DROI) del Parlamento si è discusso sui diritti umani durante grandi eventi sportivi ospitati in Stati quali la Russia, il Brasile ed il Qatar. Nel 2013 è stata approvata una risoluzione riguardante il contrasto all’alterazione delle partite e la corruzione nello sport.
Sempre per questo tema, nel 2016 la Commissione per la cultura e l’istruzione ha richiesto, in un’interrogazione orale rivolta alla Commissione, un pieno impegno per la ratifica della convenzione del Consiglio d’Europa sulla manipolazione di competizioni sportive. Il Commissario ha risposto evidenziando il sostegno della Commissione per la Convezione, ma ha anche fatto presente la necessità di collaborazione tra gli Stati membri e le istituzioni al fine di garantire che tale atto entri in vigore.
L’anno successivo viene approvata un’altra risoluzione, intitolata “Un approccio integrato alla politica dello sport: buona governance, accessibilità e integrità”.
Con la risoluzione del 23 novembre 2021 inerente alla “politica dell’UE in materia di sport: valutazione e possibili vie da seguire”, i deputati del Parlamento europeo hanno richiesto diverse azioni, tra cui maggiori finanziamenti per gli sport di base, una più efficiente regolamentazione dei trasferimenti degli atleti, la parità retributiva, una maggiore visibilità per le donne nello sport. Riguardo i minori, è stata richiesta una maggiore protezione nello sport, nonché un aumento delle ore scolastiche per le attività fisiche.
Il 10 novembre 2022 giunge un’ultima risoluzione in materia, trattante gli sport elettronici ed i videogiochi. Con quest’atto, il Parlamento ha concluso che gli sport elettronici e lo sport sono settori diversi, invitando la Commissione alla stesura di una carta volta a diffondere i valori europei negli sport elettronici, considerando anche la possibilità di introduzione di un visto per coloro che sono coinvolti in questi ultimi.
Viene riconosciuto che gli sport elettronici sono atti ad “esplorare nuove forme di coinvolgimento dei tifosi e aumentare la partecipazione dei giovani alle attività fisiche” ma vanno tutelati dai problemi derivanti dalla manipolazione dei risultati sportivi e dal gioco d’azzardo illecito. Viene stabilito che per gli sport elettronici è necessario adottare consapevolezza, inserendoli in uno stile di vita sano composto dall’attività fisica, dall’interazione sociale di persona e la partecipazione ad attività culturali.
Fonti
- Dipartimento per lo Sport: https://www.sport.governo.it/it/attivita-nazionale/sport-in-costituzione/lo-sport-entra-nella-costituzione-italiana/
- Parlamento europeo: https://www.europarl.europa.eu/factsheets/it/sheet/143/sport
- Per l’immagine: foto di moerschy da Pixabay (link: https://pixabay.com/it/photos/stadio-olimpico-monaco-stadio-565522/ )