La diffusione delle narrazioni complottiste nella politica, tra incertezze e pericoli?

QAnon, il pizza gate e i rettiliani sono solo alcune delle più note narrazioni complottiste che oggi sentiamo frequentemente dai media, specialmente se si prendono in considerazione le piattaforme social.

Le origini delle narrazioni complottiste

L’essere umano non è nuovo a questo tipo di teorie, ma si è verificata una vera crescita nel corso del XX secolo, già nei primi del Novecento con il protocollo dei sette savi di Sion, e poi un’esplosione nel XXI, grazie alla facilità di trasmettere queste informazioni. Le narrazioni di questo genere si basano su presupposti assoluti, in cui nulla accade per caso o come sembra e tutto è connesso, toccando qualsiasi tema (dalla politica alle star come Elvis). Va ricordato che la loro struttura è differente dalle fake news, poiché la “bufala” non presuppone di credere a priori in una determinata condizione in modo assoluto, al contrario delle narrazioni complottiste che possono utilizzare quest’ultime come vettore per diffondersi e collegarle fra loro. Queste teorie molto fantasiose, come riportato in alcuni documenti ufficiali, probabilmente trovano maggiore terreno fertile durante periodi difficili, in cui il senso di incertezza è molto comune, e si cercano di trovare dei punti di riferimento che possano fungere da guida, tramite una contro narrazione dei fatti.

Queste, agli occhi dei seguaci, hanno la valenza di un messaggio rivelatore, quasi fideistico; in quanto chi crede non mette in dubbio la parola rivelata da un possibile salvatore, tanto profetico quanto distruttivo per la collettività.

 

… e il rapporto con la politica?

Le narrazioni complottiste sono state utilizzate egregiamente anche nella propaganda politica, riuscendo a trovare consenso nell’elettorato più estremista, scettico e con una tendenza antistituzionale. Quest’ultima caratteristica insieme alla necessità di una contro-narrazione ha trovato terreno fertile nei social, specialmente durante il periodo pandemico, portando alla luce numerosi gruppi complottisti con teorie differenti, ma connesse fra loro, come 5g e vaccini o disposizioni sanitarie per la pandemia. La questione è diventata molto più importante da quando tali informazioni sono state appoggiate o accolte, in maniera ambigua, da alcuni politici, rendendola di fatto parte fondante del loro programma politico. Il caso internazionale più evidente è quello del Trump che sin dalla sua prima corsa alla Casa Bianca (2016) ha accolto le istanze più estremiste di queste narrazioni, come quelle di QAnon. Il discorso lo si può ripetere anche con la questione del cambiamento climatico, immigrati e delle presunte elezioni vinte di novembre 2020 che portarono al famoso assalto del parlamento statunitense, in cui erano presente moltissimi sostenitori di Q, come il noto “sciamano” Jake Angeli. Il tycoon ha visto crescere consensi delle teorie che lo vedono protagonista anche a seguito del ban dall’allora Twitter, diventato la vittima perfetta del sistema e di coloro che vogliono limitare la libertà di parola.

L’ex presidente si è giocato questa carta anche negli ultimi due dibattiti con gli avversari politici, con Biden a maggio e su possibili sostanze assunte per prepararsi allo scontro e il 10 settembre con Kamala Harris, utilizzando anche fake news.

 

Non solo gli Stati Uniti

Gli Stati Uniti potremo considerarli un vivaio di teorie e narrazioni complottiste, ma esse trovano una facile sedimentazione dove la politica è populista, per questo è comune averle ritrovate nei comizi dell’ex presidente del Brasile Jair Bolsonaro oppure dell’attuale presidente argentino Javier Milei. Il brasiliano, infatti, ha rilanciato più volte le false informazioni sulla pandemia, alimentando le teorie sulla Cina o sulla diffusione volontaria del virus da parte di alcuni gruppi di untori; allo stesso modo un’altra similitudine piuttosto inquietante con il tycoon la troviamo con l’accusa di un presunto complotto elettorale che gli ha rubato le elezioni, anche se questo lo ha portato davanti la corte.

Il presidente argentino, invece, tramite la sua comunicazione politica ha riproposto una divisione semplicistica tra buoni e cattivi, in questo caso gruppi presunti di cospiratori o simili.

Un caso interessante riguarda il Giappone che è stato nell’occhio del ciclone delle contro narrazioni sul Covid per il rinvio delle Olimpiadi di Tokyo 2020 all’anno seguente.

Un possibile pericolo?

Le narrazioni complottiste sono, ormai, considerate un agente destabilizzante dell’ordine pubblico da molte agenzie di sicurezza, l’FBI considera QAnon una minaccia per la pubblica sicurezza, le accuse di Bolsonaro sono state portate davanti la Corte brasiliana. Queste, infatti, canalizzano il malcontento verso un gruppo specifico, possano essere le élite globali oppure un dato gruppo etnico (teoria della sostituzione etnica) causando seri problemi nella sicurezza dello stato. Negli Statu Uniti sono state molteplici le sparatorie in cui il movente era una teoria cospirazionista, lo stesso vale in Europa con la strage di Utoya e molte altre aggressioni.

 

Limitazione dei contenuti?

Attualmente la limitazione per la diffusione di queste teorie è minima, Meta segnala o blocca i post che veicolano fake news, mentre su X è praticamente assente la moderazione dei contenuti in virtù della libertà d’espressione difesa da Musk. Allo stesso modo però esistono piattaforme in cui questi contenuti circolano molto più velocemente e facilmente, è il caso di 4chan, in cui si possono ritrovare i primi post sul misterioso Q, ma anche Reddit, Telegram o Truth.

 

Di Filippo Maria Chiarelli

 

Fonti:

 

Leonardo Bianchi, Complotti! Da Qanon alla pandemia, cronache di un mondo capovolto, Minimum Fax, 2021

Commissione Europea, Francesco farinelli, a cura di, Teorie del complotto ed estremismi di destra: https://home-affairs.ec.europa.eu/document/download/c1ab85bb-c39d-4006-8b11-0932b23696e1_it?filename=ran_conspiracy_theories_and_right-wing_2021_it_0.pdf

Ministero della Difesa, i complotti e la sicurezza: https://www.difesa.it/assets/allegati/38334/08_marone_os_3_ita_2022.pdf

Internazionale, Qanon, la teoria del complotto più amata dagli americani: https://www.internazionale.it/notizie/julia-carrie-wong/2020/08/28/qanon-teoria-complotto

Internazionale, Il negazionismo di Bolsonaro mette in pericolo i brasiliani: https://www.internazionale.it/notizie/sam-cowie/2020/03/31/negazionismo-coronavirus-bolsonaro

Il foglio, nella testa di Qanon, il complotto che avvelena la politica americana: https://www.ilfoglio.it/esteri/2018/12/17/news/nella-testa-di-qanon-il-complotto-che-avvelena-la-politica-americana-229537/

Wired, Sul dibattito tra Trump e Biden circolano già un sacco di teorie del complotto: https://www.wired.it/article/biden-trump-dibattito-teorie-del-complotto/

Orizzonti Politici, il deep-state negli Stati Uniti, tra teorie cospirazioniste e controllo: https://www.orizzontipolitici.it/il-deep-state-negli-stati-uniti-il-piu-grande-apparato-delloccidente-deep-state/

Il Grand Continent, Argentina, con Javier Milei va al potere la diplomazia complottista: https://legrandcontinent.eu/it/2023/11/20/argentina-con-javier-milei-va-al-potere-la-diplomazia-complottista/

Ossigeno, Javier Milei negazionismo al potere: https://www.ossigeno.net/post/javier-milei-il-post-negazionismo-al-potere

Ansa: https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/americalatina/2024/02/09/brasile-tv-diffondono-video-bolsonaro-alla-guida-del-complotto_e802f506-f7c3-4dc2-a363-866302082f04.html

Analytica intelligence and security, analisi del tumulto di Capitol hill: https://www.analyticaintelligenceandsecurity.it/ricerca-e-analisi/il-tumulto-di-capitol-hill-analisi-della-teoria-del-complotto-e-ricadute-in-ambito-di-sicurezza/

Foto: Pixabay

Consigliati