In foto: Santa Margherita Ligure
Dal titolo dato al presente articolo cosa può evincersi, utilizzando la logica? Dal termine “interreg”, che si parla di un coinvolgimento geografico di più regioni, e da “marittimo” il fatto che riguarda il mare. Ma, in realtà, tale titolo riguarda un programma più ampio, rientrante all’interno della Politica di Coesione dell’Unione europea periodo 2021-2027.
Cenni generali
Sono il settore settentrionale del Mar Tirreno ed il Mar Ligure che risaltano l’attenzione di questo articolo: infatti, dal 2014, le coste che coinvolgono questi bacini idrografici, che sono quelle dell’Italia (con la Toscana, mediante le provincie di Massa-Carrara, Lucca, Pisa, Livorno, Grosseto, e la Liguria) e della Francia (con i dipartimenti delle Alpi-Marittime e del Var, situati nella Regione Provence-Alpes-Côte d’Azur e la Corsica) sono ancora più vicine tra loro, almeno da un punto di vista ideale, data la presenza del Programma Interreg Italia-Francia Marittimo 2014-2020, e successivamente, 2021-2027.
Tale programma ha una portata transfrontaliera e vede il cofinanziamento dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR), nel contesto dell’obiettivo di Cooperazione Territoriale Europea (CTE) della Politica di Coesione UE 2021-2027, ed ha una dotazione finanziaria totale pari ad euro 193.296.077
Gli obiettivi del programma
Il programma presenta una serie di ambiziosi obiettivi. Da un punto di vista generale, il Programma consiste nel “contribuire a rafforzare la cooperazione transfrontaliera tra le regioni partecipanti e a fare dello spazio di cooperazione una zona competitiva e sostenibile nel panorama europeo e mediterraneo”.
Tale obiettivo genera cinque sfide a cui il Programma Interreg Italia-Francia Marittimo 2021-2027 deve rispondere.
La prima sfida riguarda l’innovazione, la competitività e la crescita sostenibile: si vuole puntare ad una espansione di quanto sopra, con un occhio anche alle Piccole e Medie Imprese, andando anche verso lo sviluppo delle competenze per la specializzazione intelligente, la transizione industriale e l’imprenditorialità dell’area transfrontaliera. Per questa sfida è previsto uno stanziamento di euro 42.525.135.
La seconda riguarda il territorio e l’ambiente: sfida che sicuramente coinvolge il cambiamento climatico, in particolare l’adattamento che si dovrà condurre. Si rinvengono anche gli obiettivi della prevenzione del rischio di catastrofi, della resilienza, della protezione della natura e della biodiversità, la promozione delle infrastrutture verdi, in particolar modo nei contesti urbani, la riduzione dell’inquinamento e la transizione verso un’economia circolare. Per questa sfida, è stato previsto uno stanziamento di euro 85.539.548.
La terza sfida riguarda l’accessibilità: codesta viene condotta concentrandosi sullo sviluppo, sul potenziamento di una sostenibile mobilità regionale e locale, resiliente al clima, intelligente e intermodale. Il tutto, in un’ottica di migliore accesso alle reti di trasporto europeo e alla mobilità transfrontaliera. Per questa priorità, è stato previsto uno stanziamento di euro 24.935.194.
La quarta sfida agisce sul capitale umano: si pone come obiettivo quello di migliorare l’efficienza dei mercati del lavoro e di aumentare la qualità dell’occupazione, con uno sviluppo sociale innovativo. Per questa priorità, è stato previsto uno stanziamento di euro 28.878.435.
La quinta ed ultima sfida riguarda la coesione transfrontaliera: in quest’ottica, rientrano molti altri obiettivi: dal miglioramento della “capacità istituzionale” delle autorità pubbliche al “miglioramento dell’efficienza della pubblica amministrazione attraverso la promozione della cooperazione giuridica e amministrativa tra cittadini e istituzioni”, per risolvere qualunque forma di intralcio (soprattutto di natura giuridica) nelle regioni di confine, costruendo una fiducia reciproca mediante l’incoraggiamento delle azioni people to people. Per questa sfida, è stato previsto uno stanziamento di euro 11.597.765.
Il programma attenziona anche tematiche che coinvolgono quelle di cui sopra, quali la digitalizzazione, la condizione di insularità, la neutralità climatica, la transizione ecologica e industriale, ed allo stesso tempo vuole sostenere le c.d. filiere prioritarie transfrontaliere, come la nautica e la cantieristica navale, il turismo innovativo e sostenibile, le biotecnologie “blu e verdi” e le energie rinnovabili sia di fonti terrestre che marittime.
È chiaro che gli obiettivi di cui sopra sono di ampia portata ed a lungo termine: questo fa sì che gli effetti positivi derivanti dagli investimenti riguardino un contesto di popolazione più allargato, con effetti lunghi nel tempo, che possono interessare le future generazioni.
Chi beneficerà del Programma?
I beneficiari potenziali degli obiettivi previsti nel Programma ammontano a più di 7 milioni di abitanti, rientranti in un territorio di 59.660 chilometri quadrati, e in un ancor più grande area marittima che riguarda parte del Mar Tirreno ed il Mar Ligure. Zona geografica che è anche estremamente delicata ed esposta particolarmente ai rischi risultanti dai cambiamenti climatici e dalle crisi economiche globali.
Il sistema di potenziali beneficiari è ampio e articolato: sono elencati, a mero titolo esemplificativo, i centri di ricerca, le università, le associazioni, i sindacati, gli enti pubblici, le Piccole e Medie Imprese, le aziende di trasporto, le Autorità Portuali, i servizi per l’impiego, gli organismi di formazione ecc.
L’economia verde e l’economia blu
Va aggiunto, in particolare, che l’area transfrontaliera oggetto del Programma conta anche oltre 500 siti Natura 2000 presenti, a cui si aggiungono altrettante aree protette (sia a livello marino che terrestre). Inoltre, la suddetta area detiene importanti potenzialità legate ai settori dell’economia blu e verde e che vede “la presenza di eccellenze scientifiche di alto livello in particolare negli ambiti biotecnologie blu, energia, ICT, biomedicina, scienze della vita, chimica verde, aerospazio, sicurezza”, oltre che “l’esistenza di cooperazioni promettenti tra laboratori pubblici e privati in settori innovativi (biotecnologie blu, sicurezza e protezione, robotica subacquea, restauro ecologico), e di sinergie tra imprese, università, settori di ricerca e agenzie regionali”.
In particolare, dal punto di vista dell’economia blu, la nautica e la cantieristica navale costituiscono un comparto fondamentale dell’economia presente in quest’area transfrontaliera. Al riguardo, va fatto presente che la sola area frontaliera francese, in particolare, vede la Regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra detenere il 22,4% del fatturato nazionale, con il 24,3% degli occupati, di cui la Corsica l’1,8% del fatturato e l’1,9% degli occupati. In particolare, sempre l’area francese vede circa 112 strutture di accoglienza presenti nell’area (di cui 89 nella Francia continentale interessata da quest’area transfrontaliera e 23 nella sola Corsica). Interessante vedere anche il numero dei posti barca dell’area francese, pari a 55.497 (di cui 7751 in Corsica).
Riguardo l’area transfrontaliera italiana, va affermato che codesta raggruppa “l’eccellenza delle imprese relative a queste categoria”. In particolare, il distretto tirrenico coinvolto da tale Progetto (che è una delle cinque principali zone produttive della nautica italiana) vede un ruolo preminente per numero di imprese (il 16,5%), addetti (il 25,3%), il fatturato (44%) e l’export (18,9%).
L’area transfrontaliera italiana vede anche la presenza di oltre 253 infrastrutture: di queste 32 sono costituite da porti turistici, 88 sono porti polifunzionali ed altrettanti sono i punti di ormeggio. Riguardo i posti barca, la Liguria ne detiene 23.254, la Sardegna 20.037 e la Toscana 17.132, per un totale di 60.423.
Il turismo
Riguardo il turismo, va fatto presente che codesto rientra tra i settori più importanti dell’intera area transfrontaliera. Nel 2018, in tutta l’UE, tra le quattro mete turistiche più gettonate da parte dei non residenti vi sono state l’Italia con 217 milioni di notti e la Francia con 141 milioni di notti. Turismo che assume una stagionalità caratterizzante particolarmente nelle isole e in parte della Liguria, della Toscana e nella Regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra.
Un turismo transfrontaliero che, data la pressione eccessiva prodotta, si scontra con la capacità di accoglienza delle destinazioni e con la protezione dell’ambiente e delle risorse naturali. Va aggiunto che dato settore è composto in prevalenza da microimprese e da Piccole e Medie Imprese. Tale specificità rende particolarmente sensibili questi territori e le comunità costiere agli shock economici e finanziari (basti andare a vedere gli effetti generati dalla pandemia da Covid-19).
A cura di: Antonio Natale
Fonti
- Interreg Italia – Francia Marittimo 2021-2027: https://interreg-marittimo.eu/programma
- Regione Toscana: https://www.regione.toscana.it/-/il-programma-interreg-italia-francia-marittimo-2021-2027