Caracas. Il 10 gennaio 2025, data in cui Edmundo Gonzalez Urrutìa si dovrebbe insediare come presidente eletto lo scorso luglio, ai sensi dell’art. 231 della Costituzione, ma da settembre in asilo politico in Spagna, a seguito del mandato di arresto ordinato da Maduro nei confronti dei leader dell’opposizione. L’insediamento non è certo, ma il presidente riconosciuto dalla maggior parte della comunità internazionale intende tornare nel proprio paese il 9 gennaio, ritenendosi pronto a tutti i possibili scenari, anche l’arresto. Queste sono le stesse condizioni che affronta quotidianamente la leader dell’opposizione, Maria Corina Machado, che vive in condizioni di totale isolamento, mostrandosi di rado nelle interviste video per paura di essere rintracciata.
Le elezioni e la vittoria contesa?
A fine luglio dell’anno scorso si sono tenute le elezioni presidenziali, valide sino al 2030, che vedevano come sfidanti Nicolas Maduro, con due mandati alle spalle e in cerca del terzo, esponente del passato chavista-socialista, ed Edmundo Gonzalez Urrutìa, diplomatico, nuovo volto della coalizione dell’opposizione anti-Maduro, la Plataforma Unitaria Democratica, scelto a seguito dell’incandidabilità di Maria Corina Machado.
Le elezioni si sono svolte in un clima molto teso, i risultati delle urne hanno riconfermato, teoricamente, il presidente uscente con il 51% dei voti, mentre la coalizione d’opposizione ha raggiunto il 44% dei consensi, questi però hanno accusato Maduro di brogli elettorali e chiesto un riconteggio con un organo indipendente.
Il Consiglio elettorale nazionale (CNE) ha effettuato il riconteggio solamente dopo numerose richieste, e nonostante sia un organo indipendente, molti attori internazionali hanno evidenziato, ormai, la sua parzialità, insieme ad altri organi statali di fatto asserviti a Maduro e ai militari.
Le accuse di brogli elettorali sono portate avanti a gran voce, su tutti i media, da Machado che decide di pubblicare i registri elettorali, dimostrando in questo modo che almeno il 67% dell’87% delle schede riconteggiate abbiano espresso come preferenza Urrutìa, invitando anche i cittadini a scendere in piazza.
La repressione e il sangue del regime
Il popolo venezuelano è sceso in piazza rivendicano la vittoria del candidato dell’opposizione, invadendo la strada con cortei. La reazione di Maduro non si è fatta aspettare ed è stata messa in atto con il pugno di ferro; chiunque scendesse in piazza sarebbe stato considerato un criminale da punire con la massima severità, l’opposizione è stata bollata come un gruppo terroristico de facto.
L’azione della polizia e dell’esercito è stata violenta e durissima, nonostante gli appelli del candidato in esilio per stare “dalla parte del popolo”, nel giro di una settimana si sono contati più di 11 morti, almeno 100 feriti e migliaia di civili arrestati, cifre riportate in parte dall’autorità pubbliche limitandole ai danni subiti dalle forze dell’ordine, ammontanti a 1 morto e decine di feriti.
A settembre il governo di Maduro contava già duemila civili arrestati e incarcerati, che sono stati liberati molto lentamente, lo scorso 12 dicembre sono state liberate 103 persone, arrivando a un totale di 300 rilasciati circa, secondo le stime delle ong in servizio a Caracas.
L’impegno dell’opposizione volto a rivendicare la vittoria delle elezioni, ma anche le durissime condizioni di vita a cui sono sottoposti, in quanto ritenuti terroristi, ha permesso a Machado e Urrutìa di vincere il premio Sacharov del Parlamento Europeo, consegnato lo scorso 17 dicembre dalla Presidente Metsola.
Il primo dell’anno Machado ha rilasciato su X un video in cui augurava ai propri connazionali un 2025 pieno di speranze, invitandoli nuovamente a scendere in piazza e rivendicare il risultato delle elezioni di luglio, ricordando che il 10 gennaio è il termine massimo, secondo la Costituzione, in cui il presidente eletto possa insediarsi e prendere i poteri, pacificamente.
L’isolamento internazionale
Il risultato delle elezioni in Venezuela ha portato un forte indebolimento della leadership di Maduro sia a livello popolare, in particolar modo a seguito delle proteste, sia sul piano internazionale, non riconosciuto come legittimo da moltissimi leader della comunità internazionale.
Infatti, il primo piano di isolamento è a livello continentale, le nazioni vicine hanno avuto reazioni dure come il Perù con cui ha rotto le relazioni diplomatiche, l’Argentina, la Bolivia, Costa Rica e Panama che non hanno riconosciuto Maduro e bloccato i voli diretti nel paese in alcuni casi; mentre Colombia e il Brasile hanno chiesto un riconteggio delle schede da effettuarsi con un’istituzione indipendente, mantenendo una condotta controversa per cercare di contendersi il ruolo di mediatore in un’eventuale transizione del potere, ma non riconoscendo nessuno dei candidati. Più ambigua è stata la condotta del Messico che si è mostrato vicino alle posizioni di Lula con il Presidente Obrador, ma è stato ringraziato anche da Maduro per aver invitato gli Stati Uniti a stare lontani da queste faccende.
Sul piano globale, Maduro viene riconosciuto come legittimo presidente solamente dal suo unico alleato continentale il Nicaragua di Ortega, e poi dagli alleati storici come la Russia, Cina e Iran. Questi chiaramente in contrasto con la posizione degli Stati Uniti, allora guidati da Joe Biden, e dai paesi dell’Unione Europea che a metà settembre hanno votato una risoluzione in cui riconoscevano Urrutìa come legittimo presidente del Venezuela. Di recente anche l’OSA, Organizzazione degli Stati Americani, si è pronunciata in merito sostenendo le irregolarità in cui si sono svolte le elezioni e il risultato. Inoltre, Urrutìa fra il 3 e il 4 gennaio ha incominciato la sua marcia verso Caracas dall’Uruguay e dall’Argentina, paesi in cui è stato ricevuto dai presidenti come presidente eletto e che auspicano il passaggio di potere.
Attualmente bisognerà attendere il ritorno del leader dell’opposizione eletto per comprendere il futuro del paese, ma anche della posizione del nuovo inquilino della Casa Bianca che ancora non si è pronunciato ufficialmente al riguardo. Non di secondaria importanza è la questione del petrolio, arma commerciale brandita a più riprese da Maduro per ottenere riconoscimenti e concessioni sul piano internazionale.
Di Filippo Maria Chiarelli
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Fonti:
Europarlamento: https://www.europarl.europa.eu/topics/it/article/20240913STO23909/i-leader-dell-opposizione-venezuelana-insigniti-del-premio-sacharov-2024
Il sole 24 ore: https://www.ilsole24ore.com/art/venezuela-maduro-riconfermato-presidente-l-opposizione-denuncia-irregolarita-AFZvue7C
Skytg24: https://tg24.sky.it/mondo/2024/09/12/juan-guaido-venezuela-ospite-mondo
Il post:
https://www.affarinternazionali.it/venezuela-brogli-senza-sorprese/
https://www.ilpost.it/2024/12/12/venezuela-liberazione-altri-manifestanti-arrestanti/
https://www.ilpost.it/2024/08/06/proteste-venezuela-ruolo-esercito/
https://www.ilpost.it/2024/08/04/manifestazioni-venezuela-maduro-machado/
Affari internazionali:
https://www.affarinternazionali.it/venezuela-brogli-senza-sorprese/
Iari: https://iari.site/2024/10/21/il-venezuela-di-maduro-tra-repressione-e-brogli-elettorali/
Internazionale:
https://www.internazionale.it/magazine/2024/12/12/l-annuncio-di-gonzalez
https://www.internazionale.it/notizie/camilla-desideri/2024/07/20/elezioni-venezuela
Vatican news:
El pais:
https://elpais.com/us/2024-12-25/2024-el-ano-en-que-perdi-una-eleccion-y-me-robaron-otra.html
El Mundo: https://www.elmundo.es/internacional/2024/09/08/66ddeaa8fc6c8312578b4599.html
Oficina del Presidente de la Argentina, Javier Milei su X: https://x.com/OPRArgentina/status/1875560664342950072
Cancillerìa Uruguay, Ministerio de Relaciones Exteriores de la República Oriental del Uruguay, su X: https://x.com/CancilleriaUy/status/1875656129818329108
Maria Corina Machado, su X:
- Ringraziamenti all’Uruguay: https://x.com/MariaCorinaYA/status/1875637232595358005
- Ringraziamenti all’Argentina: https://x.com/MariaCorinaYA/status/1875545658683539490
- Appello al popolo venezuelano: https://x.com/MariaCorinaYA/status/1874559398070059339