Frode carosello: un piccolo neo in grado di minare l’armonia dell’UE

L’Unione Europea come istituzione si trova costantemente nella posizione di prendere decisioni: alcune possono sembrare più concrete, altre invece appaiono sfuggenti o nebulose. Quel che è inevitabilmente rilevante è la loro importanza: da esse dipendono le sorti, non solo dei cittadini, ma anche di tutti coloro che vengono in contatto con questa realtà, per le più disparate ragioni.

Il Kόσμος con cui ci si interfaccia è, senz’ombra di dubbio, un ecosistema complesso, soggetto a mutamenti non dettati dal caso, il quale va di conseguenza gestito nell’ottica di una prosperità e crescita per quelle generazioni future che sapranno apprezzarne il senso di sacrificio e collettività che trasuda nel rispetto di un pluralismo tutelato sotto ogni forma conosciuta.

A livello di ordinamento giuridico l’Unione europea cerca di trattare variegate materie, dando merito ad ognuna per le innovazioni o trasformazioni che portano ed incentivandone l’utilizzo o lo sviluppo sempre con il fine ultimo di perseguire quella che potremmo definire “armonia” del nostro Kόσμος. Ebbene, gli antichi greci definivano “Kόσμος” un ordine, un modello da rispettare e da proteggere, secondo il quale ogni elemento facente parte dello stesso contribuisce attraverso le proprie caratteristiche a mantenere ed anche a far progredire quello stesso ordine. Esattamente come i nostri avi di epoche ormai passate la nostra esistenza deve essere incentrata sulla continuità di intesa proprio con quella visione di “Kόσμος”, in modo da poter assaporare in maniera più evidente i vantaggi e la grandezza di questo ordine. Come ogni modello organizzativo che si rispetti, l’Unione europea deve poter allocare le risorse di cui ha la piena disponibilità nella maniera più efficiente: la portata del volume di affari che si ritrova a gestire è enorme ma, mediante un accorto sistema di tributi, il gettito generato può risultare determinante per realizzare tutti i progetti all’interno del perimetro operativo dell’istituzione. Questo sistema, infatti, si pone come obiettivo la massimizzazione dell’utile al netto di tutte quelle spese che possono essere ricomprese alle voci di controllo, certificazione, garanzia, etc., il tutto per contribuire alla crescita del tessuto sociale. Purtroppo, molto spesso può succedere che si vengano a creare situazioni che possono potenzialmente o sostanzialmente minare la solidità del Kόσμος: le cosiddette “frodi carosello”.

Le frodi carosello sono un meccanismo di frode fiscale, il cui oggetto è il mancato pagamento del tributo principe di natura europea, l’IVA.

L’IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) è un’imposta, vale a dire un tributo di natura coattiva che si sintetizza in un prelievo di ricchezza da parte dell’autorità al contribuente. Essa è proporzionale, quindi ha un’aliquota costante, fissa. Ciò significa che la percentuale di imponibile è sempre la stessa, al contrario magari di altre imposte, come l’IRPEF, che è progressiva, il che significa che all’aumentare dell’imponibile aumenta anche l’aliquota.

La normativa vigente, infatti, prevede che l’IVA debba essere applicata sugli acquisti intracomunitari di beni, effettuati nel territorio nazionale, luogo di destinazione del bene, dal c.d. soggetto passivo d’imposta, o comunque da colui nell’esercizio di imprese, arti o professioni. Il soggetto debitore dell’imposta è il soggetto acquirente o committente italiano. Si applica il meccanismo denominato inversione contabile o più semplicemente “reverse charge”. Esso, infatti, disciplina la registrazione della fattura del cedente da parte del cessionario in modo particolare: deve essere infatti integrato l’ammontare dell’IVA, tenendo conto sia di acquisti che di cessioni che si sono verificati nel passaggio. Il cessionario italiano ha facoltà di detrarsi l’IVA, a norma dell’articolo 19 del DPR n. 633/72. Il risultato è che l’acquisto risulta neutro ai fini IVA per l’acquirente. Qualora quest’ultimo rivenda il bene all’interno del territorio dello Stato, dovrà applicare l’IVA ed il suo cessionario, soggetto passivo dell’imposta, acquisirà il diritto a detrarla.

Le frodi carosello si articolano in un procedimento diviso in più fasi, all’interno delle quali agiscono secondo uno schema triangolare venditore e acquirente. In primo luogo, viene creata una società di comodo, la quale prende il nome di “cartiera” e che non ha una reale attività economica. Si tratta di una società che viene interposta all’interno di una transazione commerciale tra un cedente ed un cessionario. Solitamente i due interlocutori appartengono a diversi Stati UE, di cui uno dei due è un’impresa italiana. Nel caso invece degli acquisti intracomunitari, realizzati tra paesi appartenenti all’Unione Europea, le “frodi carosello” consentono di realizzare un guadagno tramite un fittizio diritto a detrarre l’IVA sugli acquisti.

Il meccanismo si sviluppa così: il fornitore comunitario, appartenente ad un Paese dell’Unione diverso dall’Italia, in cui avviene la frode, è soggetto passivo IVA, quindi colui che dovrà pagarla, ed emette una fattura con IVA inclusa alla società cartiera italiana. La società interposta italiana, la “cartiera” appunto, acquista il bene e lo rivende immediatamente, applicando l’IVA ordinaria italiana. È in questo preciso istante che si verifica il comportamento fraudolento, in quanto la società italiana cedente non ha versato l’IVA esposta in fattura. L’unico scopo di questa società è fatturare operazioni inesistenti. Il cessionario nazionale, reale acquirente della merce, porta in detrazione l’IVA assolta sull’acquisto. In relazione alla fattura di acquisto ricevuta dalla società cartiera questa società ha diritto di detrarsi l’Iva. In questo modo, trattandosi di operazione inesistente si crea un indebito credito IVA. Si commette un illecito che arreca un danno all’erario importantissimo: l’imposta non è versata dalla società cartiera in sede di liquidazione IVA, mentre è portata in detrazione o richiesta a rimborso dall’acquirente nazionale. Possono poi esserci delle varianti, ad esempio potremo avere un cedente ed un cessionario ambedue di nazionalità italiana. In questo caso avremo il venditore/cedente che aliena alla cartiera comunitaria, la quale, a sua volta, vende ad un’altra cartiera italiana che poi cede all’effettivo acquirente italiano. L’interposizione delle cartiere avviene solamente col fine di ostacolare il versamento. Insomma, le frodi carosello costituiscono una minaccia significativa per il sistema fiscale dell’UE, stimando una perdita di gettito fiscale di circa 50 miliardi di euro all’anno solo per le transazioni transfrontaliere. Questo fenomeno non solo danneggia le finanze pubbliche degli Stati membri, ma compromette anche la concorrenza leale nel mercato europeo.

Per contrastare questo fenomeno, l’Unione Europea ha però adottato diverse misure, tra cui la Direttiva 2017/1371, nota come “Direttiva PIF” (Protezione Interessi Finanziari). Questa direttiva impone agli Stati membri di criminalizzare le frodi che ledono gli interessi finanziari dell’Unione e di prevedere sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive. In particolare, le frodi in materia di IVA che coinvolgono due o più Stati membri e comportano un danno superiore a 10 milioni di euro devono essere sanzionate.

Inoltre, l’European Public Prosecutor’s Office (E.P.P.O.) svolge un ruolo cruciale nel coordinare le indagini e le azioni legali. Recentemente, un’operazione condotta dall’E.P.P.O. ha portato all’arresto di cinque persone accusate di aver orchestrato una frode carosello che ha generato un’evasione di IVA di 220 milioni di euro. Un’altra, denominata Operazione “Moby Dick”, ha portato all’arresto di 47 persone e al sequestro di beni per oltre 520 milioni di euro. L’indagine ha coinvolto numerosi Stati dell’Unione Europea, tra cui Italia, Olanda, Lussemburgo, Spagna, Repubblica Ceca, Slovacchia, Bulgaria e Romania.

A cura di: Luigi Monti

Fonti

  1. Fiscomania: https://fiscomania.com/frodi-carosello-iva/
  2. Steppo: https://www.steppo-eulaw.com/2024/06/06/il-ruolo-della-procura-europea-nel-contrasto-alle-frodi-carosello/
  3. Consiglio dell’Unione europea: https://www.consilium.europa.eu/it/policies/vat-reverse-charge/
  4. Per l’immagine: foto di moerschy da Pixabay (https://pixabay.com/it/photos/soldi-banconote-euro-banconota-1005479/)

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