Eurofighter: venti anni di eccellenza

Era il lontano 2004 quando le fiammate dei postbruciatori del primo Typhoon scaldarono l’asfalto della pista di decollo dell’aeroporto militare Corrado Beccarini di Grosseto, sede del 4° Stormo dell’Aeronautica Militare.

Eurofighter Typhoon F-2000 è il nome esteso della straordinaria macchina volante che da venti anni a questa parte garantisce la sicurezza dello spazio aereo italiano e dei Paesi amici, attraverso continuative attività di air-policing e intercettazioni 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. La celebre ala a delta e la configurazione canard (alette sul muso) rendono l’F-2000 immediatamente riconoscibile tra i tanti, ben prima di arrivare a distanza utile da riuscire a leggere le bandiere stampate sulla fusoliera.

Il 18 marzo dell’anno corrente si è svolta la cerimonia celebrativa della prima consegna della macchina, esattamente nello stesso luogo dove tutto era iniziato; per l’occasione l’A.M. ha presentato una una livrea speciale per ricordare il momento storico, visionabile dalle foto presenti sul sito web istituzionale di riferimento. Sono passati più di due decenni da quando il primo velivolo è stato affidato alle mani esperte dei piloti dell’Aeronautica Militare, ma il Typhoon rimane ancora oggi l’aereo da combattimento multiruolo più avanzato al mondo.

In Italia è dispiegato presso 4° Stormo di Grosseto, il 36° Stormo di Gioia del Colle, il 37° Stormo di Trapani e 51° Stormo d’Istrana, inoltre è presente tra i mezzi a disposizione del reparto sperimentale di volo di Pratica di Mare. Fu chiamato a sostituire gli ormai obsoleti F-104 Starfighter, infatti verso i primi anni 90 emerse con evidenza crescente come “lo spillone” (soprannome del celebre caccia ispirato alla sua forma acuminata), non fosse più all’altezza dei potenziali concorrenti. Dopo un periodo transizionale coperto mediante il leasing di alcuni f-16 Fighting Falcon statunitensi con il programma Peace Cesar, nel 2012 l’Aeronautica Militare raggiunse la piena operatività della sua linea di volo di caccia Eurofighter.

Nonostante sia ormai conclusa la sua “teenage era”, le fila degli F-2000 costituiscono senza dubbio la spina dorsale delle difese aeree di Italia, Gran Bretagna, Germania e Spagna, nazioni partecipanti al suo sviluppo iniziato alla fine degli anni ottanta, per poi concludersi con il battesimo del volo nel 1994. La collaborazione transnazionale tra i primi tre era già stata collaudata con grande successo alla fine degli anni sessanta, dante alla luce il Panavia PA-200 Tornado (mezzo ancora in uso dopo quasi quaranta anni) aveva dimostrato chiaramente la potenzialità di simili intese. Oggigiorno Il programma Eurofighter risulta ancora controllato dai partners originari attraverso il consorzio Eurofighter GmbH costituito da Leonardo, BAE System e Airbus Defence & Space, atteggiandosi quindi come progetto integralmente made in Europe. 

Inoltre le esigenze di approvvigionamento delle forze aeree dei quattro Paesi partecipanti sono gestite dall’agenzia NATO Eurofighter & Tornado Management Agency (NETMA). Tale partnership, senza rivali al livello globale, è base di una grandiosa cooperazione politica e industriale, per questo motivo investire nel programma significa investire sull’economia dell’Europa generando benefici economici e incrementando la sicurezza sul piano continentale. Nella produzione sono impegnati più di 100000 dipendenti specializzati, dando così un fondamentale apporto all’impiego lavorativo di professionisti altamente qualificati. La finalità del programma, orientata a fornire un sistema d’arma volto a mantenere e garantire la sicurezza e sovranità dell’Europa, risulta più attuale che mai, tenendo a mente i venti di instabilità geopolitica provenienti dai confini est del vecchio continente e dalle situazioni di grande criticità che stanno vivendo molti Paesi del Medioriente. La bontà della piattaforma e l’importanza strategica per l’economia europea sono stati ulteriormente confermati dall’aumento dei contratti per l’acquisto di velivoli F-2000 Typhoon da parte di Arabia Saudita (72), Austria (15), Oman (12), Kuwait (28) e Qatar (24), per un totale di 680 aerei che si aggiungono ai 529 già ordinati dai partners.

Dal punto di vista tecnico il velivolo è caratterizzato da una capacità di attacco superiore e da un’operatività net-centrica, grazie alla dotazione di sistemi avionici attivi e passivi. Dopo lo “scramble“, gergo tecnico per la chiamata d’emergenza, raggiunta la pista, può staccare il carrello dall’asfalto in meno di otto secondi. Non si può non sottolineare la rilevanza della posizione del nostro Paese all’interno di Eurofighter GmbH, infatti Leonardo realizza circa il 36% del valore dell’intero programma con un ruolo chiave nella componente aeronautica ed elettronica. Attraverso il consorzio Euroradar, la società italiana fornisce il radar CAPTOR-E a scansione elettronica (AESA – Active Electronically scanned Array) e sta sviluppando l’AESA ECRS Mk2, il più avanzato sistema radar riconfigurabile al mondo mai realizzato per un velivolo da combattimento, il quale verrà successivamente integrato sugli Eurofighter Typhoon dalla britannica BAE Systems. In aggiunta l’aereo è equipaggiato con un sistema di ricerca e tracciamento all’infrarosso denominato PIRATE, grazie al quale è in grado di rilevare e tracciare simultaneamente bersagli singoli o multipli anche in campi di osservazione particolarmente complessi. Per ultima, ma non meno importante, l’istallazione del sistema di auto-protezione Praetorian DASS (Defensive Aids Sub-System) rafforza la capacità del Typhoon di eludere ed ingannare minacce aria-aria e terra-aria sempre più evolute. Il PIRATE e il Praetorian DASS sono realizzati rispettivamente dai consorzi internazionali Eurofirst e EuroDASS, sotto l’esperta guida di Leonardo. La propulsione è stata affidata sin dal principio a due motori Eurojet EJ200 turbofans con postbruciatori, prodotti dal consorzio Eurojet, estremamente affidabili e performanti, che garantiscono circa 1200 ore di volo senza manutenzione straordinaria ed una velocità massima di 2495km/h in quota.

L’F-2000 si trova solamente al giro di boa della sua straordinaria carriera, ma ha già collezionato più 200000 ore di volo in 135000 sortite a tutela dei cieli dell’alleanza atlantica. È stato schierato in tutte le principali esercitazioni NATO, oltreoceano, nell’ indopacifico ed è regolarmente impiegato in operazioni a protezione dei confini europei. Le prospettive vedono il Typhoon rimanere una colonna portante della nostra forza armata d’aria (e non solo) fino al 2060. Saranno sviluppate nuove versioni e costanti aggiornamenti avanzati come il “Programme 4 Enhancement (P4E)”, implementando anche le capacità di interoperatività con i mezzi di quinta e sesta generazione, ad esempio l’F-35 Lightning II e il velivolo che nascerà dal nuovo programma Global Combat Air Programme (GCAP).

 

A cura di Edoardo Giulio Rossi

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