Da ora in poi ogni cattolico potrà rivolgersi a lui anche come “venerabile” e non solo come “padre dell’Europa”. Stiamo parlando di Robert Schuman, politico francese, tra i padri fondatori dell’Unione Europea, autore della Dichiarazione Schuman, che innesca il processo di integrazione europea.
Schuman, per la sua storia, è sicuramente un grande esempio di cittadino europeo. Nasce in Lussemburgo da padre tedesco, originario della Lorena, annessa alla Prussia nel 1871 e madre lussemburghese. Compie gli studi in legge, economia, filosofia politica, teologia e statistica in varie università tedesche e apre poi uno studio da avvocato a Metz, città a cui sarà sempre molto legato. Dopo la prima guerra mondiale, quando l’Alsazia-Lorena torna sotto la giurisdizione della Francia, diventa cittadino francese.
Nel 1912, mentre iniziava a lavorare come avvocato, gli fu affidata la carica di Presidente della Federazione diocesana delle Associazioni giovanili cattoliche. Nel 1913 si occupò dell’organizzazione del 60° Katholikentag, il Congresso dei cattolici tedeschi, che in quell’anno si celebrava proprio a Metz.
Si impegna attivamente in politica, che ha sempre vissuto come una professione e come una missione affidatagli da Dio al servizio dell’umanità intera. Tra il 1919 e il 1940 ricopre ininterrottamente l’incarico di parlamentare, eletto con l’Unione Repubblicana Lorenese. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale viene nominato sottosegretario per i rifugiati nel governo di guerra francese ma si dimette a seguito dell’occupazione nazista. Tuttavia l’esecutivo collaborazionista, guidato da Pètain, lo riconferma in quel ruolo, pur senza consultarlo, e vota i pieni poteri a Hitler prima che lui possa dimettersi. Un passaggio che nei primi anni del dopoguerra gli costerà da più parti l’accusa, infondata, di sostenitore del nazismo.
In dissenso con le decisioni prese dal governo di Vichy torna a Metz, dove viene arrestato dalla Gestapo ed evita la deportazione a Dachau grazie all’intervento di un suo amico ufficiale dell’esercito. Rimane agli arresti domiciliari per due anni in cui parla solo lussemburghese (una delle tre lingue che parlava correntemente sin da ragazzo, insieme col francese e il tedesco) per evitare che i soldati tedeschi che lo sorvegliavano capissero i dialoghi che intratteneva con i suoi ospiti. Nell’agosto 1942 riesce a fuggire nella Francia “libera”, dandosi alla macchia quando i nazisti la occupano per evitare un’invasione degli Alleati da Sud, dopo che questi avevano riconquistato le coste del Nord Africa, dell’Algeria e del Marocco.
Fino al 1945 Schuman collabora attivamente con la Resistenza francese e, nonostante una taglia da 100.000 Reichsmark che pendeva sulla sua testa, preferisce declinare l’invito del generale in esilio Charles De Gaulle di raggiungerlo a Londra, per rimanere con i partigiani.
Dapprima eletto nell’Assemblea Costituente, nella Francia del Dopoguerra Schuman si ritaglia un ruolo fondamentale come mediatore nel quadro politico, spaccato tra gollisti e comunisti, e ricopre cariche molto importanti: ministro delle Finanze, Primo ministro nel 1947 (a capo del primo governo francese che vede una donna come ministra), ministro degli Esteri dal 1948 al 1952, ministro della Giustizia dal 1955 al 1956 e primo presidente dell’Assemblea Parlamentare Europea tra il 1958 e il 1960, eletto all’unanimità.
Nel 1962 si ritirò dalla vita politica e si spense l’anno successivo nella sua casa di Scy-Chazelles, nella cui chiesa di San Quintino sono ancora conservate le spoglie.
La dichiarazione Schuman
Senza ombra di dubbio, il suo nome rimarrà scolpito nel tempo per il Piano Schuman, presentato con un discorso, passato alla storia come la Dichiarazione Schuman, il 9 maggio 1950. Con il Piano, elaborato con Jean Monnet e condiviso con Konrad Adenauer, Schuman propose il controllo congiunto della produzione del carbone e dell’acciaio, i principali materiali per l’industria bellica, apre alla creazione di un organo sovrannazionale che mettesse sotto una comune autorità la produzione del carbone e dell’acciaio e che riappacificasse in un’ottica di solidarietà e collaborazione la Francia e la Germania, dopo secoli di guerre. Il Piano, che ha come obiettivo ultimo la creazione di un’Europa federale, getta le fondamenta della CECA, che diventerà poi l’Unione Europea.
Sicuramente alla base della sua idea di federalismo europeo c’è l’esperienza di frontiera e di multiculturalità che ha caratterizzato la sua vita, e si intravedono anche segni evidenti della sua fede, come l’inclinazione al perdono (nei confronti della Germania) e l’aspirazione alla creazione di una comunità che garantisca la pace tra i popoli.
Il processo di beatificazione
La causa di beatificazione in atto è stata iniziata dal Vescovo di Metz con il nulla osta della Santa Sede nel 1990, e la nomina di Schuman a Servo di Dio nel 2004. Il 19 giugno Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione per le cause dei santi a promulgare il decreto circa le virtù eroiche del servo di Dio Robert Schuman, che può così essere definito venerabile.
Come ricorda il decreto della Congregazione, Schuman nutriva una fede solida: ha ricevuto un’educazione cattolica sin da piccolo, era molto devoto alla figura della Madonna, si accostava quotidianamente all’Eucaristia, si confessava regolarmente e pregava spesso la Liturgia delle Ore e il Rosario. In particolare, la Congregazione sottolinea come l’approccio alla politica dello statista francese esalta i valori cristiani ed evangelici.
Schuman, infatti, considerava la scelta di impegnarsi in ambito politico, come obbedienza alla volontà di Dio. Per questo si legge “Il Servo di Dio fu mosso e animato da una eroica speranza, che non faceva alcun affidamento sulle proprie forze e che emerge soprattutto dalla sua azione politica a servizio dell’idea di Europa unita. Un aspetto molto importante per cogliere il vissuto eroico della speranza da parte del Servo di Dio è dato senz’altro dalla serenità e dalla pace che emanavano dalla sua persona, ambedue frutto del suo fermo attaccamento alla Provvidenza.”
L’Europa unita come progetto di Dio e quindi che necessariamente si realizzerà, questo pensava Schuman. Si può sicuramente non essere d’accordo con lui, ma questo nuovo riconoscimento che lo statista democristiano ha ottenuto conferma, senza timore di smentite, la statura di un uomo che ha vissuto a pieno il suo tempo. Schuman vedeva di fronte a sé un mondo perfettibile e non imperfetto e si è impegnato ottimisticamente per migliorarlo, nonostante la sua fede salda nella vita eterna, quindi nella certezza che la vita terrena fosse solo un breve passaggio, gli potesse suggerire, forse, di dedicarsi a progetti meno ambiziosi.
Fonti:
https://europa.eu/european-union/sites/default/files/robert_schuman_it.pdf
https://it.wikipedia.org/wiki/Robert_Schuman
https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/schuman-uno-dei-padri-dell-europa-unita-ecco-perche-e-venerabile
https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2021-06/robert-schuman-decreti-cause-santi-venerabile-papa-francesco.html
http://www.causesanti.va/it/archivio-della-congregazione-cause-santi/promulgazione-di-decreti/decreti-pubblicati-nel-2021.html